Come aprire un campeggio o un glamping in Italia
Vorresti aprire un campeggio o un glamping, ma non sai da dove cominciare? Comincia da qui! Abbiamo pensato di aiutarti fornendoti una guida a tutto quello che serve per avviare una struttura ricettiva all’aria aperta.
In Italia ogni regione e provincia autonoma legifera in maniera indipendente su tutto ciò che riguarda il turismo.
Quasi tutte le leggi regionali di “Disciplina dei complessi ricettivi all’aperto” si basano sul decreto legislativo 79/2011, che distingue tra:
- campeggi, ovvero strutture che danno alloggio prevalentemente a turisti provvisti di tende o altri mezzi autonomi di pernottamento; i campeggi possono anche mettere a disposizione tende o unità abitative mobili (roulotte, caravan, case mobili, maxicaravan, autocaravan o camper) e fisse in un numero di piazzole non superiore al 35% del totale;
- villaggi turistici, ovvero complessi ricettivi attrezzati prevalentemente (almeno per il 35% delle piazzole) con unità abitative fisse o mobili per il soggiorno di turisti sprovvisti di mezzi autonomi di pernottamento;
- campeggi nell’ambito di attività agrituristiche(detti anche agricampeggi), gestiti da imprenditori agricoli utilizzando solo ed esclusivamente edifici già presenti all’interno dell’azienda e non più utili all’attività agricola (Legge 20 febbraio 2006, n. 96);
- parchi di vacanza, ovvero campeggi in cui la piazzola viene affittata ad un unico gruppo di persone per l’intera durata del periodo di apertura della struttura.
Le aree di sosta rientrano nella categoria di “strutture ricettive di mero supporto”: sono allestite dagli enti locali e destinate alla sosta temporanea di turisti provvisti di mezzi di pernottamento autonomo.
Trattandosi di una tendenza abbastanza recente, i glamping non vengono menzionati nella normativa, ma seguono di fatto le regole valide per i campeggi.
Autorizzazioni necessarie
In linea generale, la procedura per aprire un campeggio, un glamping o una struttura per camper e roulotte è la stessa che serve per avviare qualsiasi altro tipo di attività commerciale:
-
aprire una Partita IVA;
-
iscriversi al Registro delle Imprese della Camera di Commercio (sezione speciale per le imprese turistiche);
- registrarsi all’INPS e all’INAIL.
L’esercizio di questo tipo di attività, però, è soggetto al rispetto delle disposizioni contenute nel codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42) e di una serie di norme: urbanistiche, edilizie, ambientali, di pubblica sicurezza, di prevenzione incendi, igienico-sanitarie, di sicurezza nei luoghi di lavoro e di efficienza energetica.
Se si ha già un terreno a disposizione, la prima cosa da fare è richiedere al comune di competenza l’autorizzazione a convertirlo in una piazzola per campeggiatori e quindi, se il piano regolatore lo consente, ad aprire una struttura ricettiva all’aperto. I documenti da allegare alla domanda sono elencati nelle diverse leggi regionali.
Se il progetto prevede la costruzione di nuovi edifici, bisogna richiedere al comune anche la concessione edilizia e, una volta ottenuta, presentare una domanda di autorizzazione per l’esercizio.
Per quanto riguarda le autorizzazioni sanitarie, bisogna rivolgersi all’ASL; mentre alla regione spetta la valutazione di impatto ambientale. Nel caso di un campeggio di grandi dimensioni, sarà necessario un collaudo da parte dei Vigili del fuoco per la prevenzione degli incendi.
I titolari di strutture ricettive all’aperto devono assicurare sorveglianza continua e presenza di un responsabile durante i periodi di apertura, oltre a stipulare una copertura assicurativa per i rischi di responsabilità civile a favore dei clienti.
Periodi di apertura
Come per tutti gli altri tipi di strutture ricettive, i periodi di apertura di campeggi, glamping, agricampeggi e villaggi turistici si distinguono in:
- annuali, cioè almeno 9 mesi complessivi nell’arco dell’anno solare;
- stagionali, cioè non meno di 3 mesi consecutivi e non più di 9 mesi complessivi nell’arco dell’anno solare.
Il titolare o il gestore della struttura deve comunicare i periodi di apertura e chiusura al comune. Anche le aperture straordinarie e le chiusure nei periodi di apertura precedentemente stabiliti devono essere comunicate al comune.
Classificazione e tariffe
In base ai requisiti e alle caratteristiche possedute (per ubicazione, impianti, servizi offerti e qualificazione del personale), le strutture ricettive sono classificate con l’assegnazione di stelle, seguendo le indicazioni fornite da ogni regione e provincia autonoma. I campeggi possono ricevere da uno a quattro stelle, mentre ai villaggi turistici vengono assegnate da due a quattro stelle.
I prezzi vanno comunicati annualmente alla provincia territorialmente competente, devono essere esposti e visibili nell’atrio e in ogni alloggio.
Per quanto riguarda l’apertura, la classificazione e gli obblighi relativi alla gestione di una struttura ricettiva all’aria aperta, ti invitiamo a consultare la normativa in vigore nella tua regione o provincia autonoma:
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